Obiettivi formativi
Il percorso formativo del Counselor Professionale è prima di tutto un percorso di crescita personale, che ha come obiettivo prioritario il raggiungimento di un “modo di essere” (Rogers, 1980) adatto a svolgere la professione efficacemente. Pertanto, la conoscenza di sé è il necessario traguardo a cui punta l’esperienza formativa.
In aggiunta a questo, il Corso Triennale di Counseling Professionale dell’IRG è tarato sul raggiungimento di tre tipi di obiettivi formativi:
- obiettivi di conoscenza: di nozioni, concetti e principi
- obiettivi di capacità: operative, cognitive, intellettuali di risoluzione dei problemi
- obiettivi di comportamento interpersonale: chiusi (prescrivibili) e aperti (euristici).
Obiettivi di conoscenza
Alcune conoscenze rappresentano il bagaglio teorico propedeutico del Counselor. Rientrano in questa categoria: le teorie della comunicazione; i diversi approcci al Counseling (rogersiano, transazionale, gestaltico, sistemico, cognitivo-relazionale ecc.); elementi di psicologia, nelle sue diverse branche (generale, dinamica, dello sviluppo, sociale, dei gruppi); etica e deontologia professionale.
Il principale corpus di conoscenze che il Counselor deve possedere è rappresentato dai principi del counseling e dai principi di psicologia generativa.
Obiettivi di capacità
Le capacità del Counselor sono rappresentabili in due categorie. Da un lato abbiamo gli aspetti operativi della relazione d’aiuto (setting, caratteristiche del Cliente, durata ecc.) e della professione (contratto, procedure amministrative ecc.). Dall’altro, le capacità di interpretazione e integrazione cognitiva della relazione con il Cliente.
Obiettivi di comportamento
Il primo obiettivo è il riconoscimento e l’adozione dei tre principi rogersiani di base (accettazione positiva incondizionata, empatia e congruenza) e delle competenze di comunicazione interpersonale e metacomunicative necessarie per una professione di aiuto (comunicazione non-verbale; ascolto attivo; centratura sul Cliente; riconoscimento delle emozioni e dei contenuti del Cliente; facilitazione del colloquio).
Inoltre, il percorso formativo prevede lo sviluppo di capacità di auto-osservazione e auto-analisi, di mantenimento della personale congruenza, di lettura dell’evoluzione dell’intervento.
Metodologia didattica
L’esperienza pluriennale nella formazione di adulti e le rilevanze più recenti in tema di educazione e adultità ci convincono ad adottare una metodologia didattica che, partendo dagli obiettivi formativi prefissati, tenga conto della eterogeneità degli insegnamenti e della diversità di bagaglio cognitivo degli iscritti, provenienti da esperienze di vita e professionali eterogenee.
Conseguentemente, la metodologia didattica non può che essere di tipo misto-integrato, se consideriamo la strategia espositiva (basata sulla ricezione) e la strategia esperienziale (basata sulla scoperta) come i due estremi entro i quali operare.
Ciò significa che le conoscenze saranno trasmesse integrando teoria e pratica, privilegiando, ove possibile, un approccio attivo, problematizzante e critico. I rispettivi pesi di teoria e pratica sono ovviamente studiati in funzione dei singoli insegnamenti.
Infine, coerentemente con quanto espresso finora e in applicazione dei requisiti associativi, la metodologia formativa è completata da un’attività codificata di supervisione e da un tirocinio finale, che consentono all’alunno, attraverso un vero e proprio programma di mentoring e la gestione di casi in condizioni controllate, di sperimentare quanto appreso dai moduli teorici e dalle esercitazioni proposti dal corso.