Discutere se la psicoterapia sia più scientifica che mitologica può richiedere tanto tempo quanto la questione della dimostrabilità dell’esistenza di Dio per i medievali. Consapevole di ciò, in queste pagine vorrei mettere al centro l’esperienza della coppia analitica nel proprio contenitore spazio-temporale, intendendola come storia generata all’interno di una relazione psicodinamica. Quindi ritengo si possa parlare della psicoterapia come di una mitologia di straordinaria potenza. Dunque una scienza fondata su fenomenologia, ermeneutica e dialettica, che rientra a pieno diritto nell’ambito delle scienze umane o, secondo il significativo termine
tedesco, delle “Geisteswissenschaften”. Le scienze naturali, a partire dalla fisica quantistica, si interrogano
sull’oggetto che osservano e sul ruolo dell’osservatore, scoprendo di non essere meramente oggettive come veniva da esse postulato. Mentre le scienze umane e la psicanalisi in particolare – unitamente alle varie scuole di psicoterapia psicodinamica – per loro natura lo fanno, storicizzando alcune delle certezze del neurologo ebreo Sigmund Freud.
In questo senso la psicoterapia psicoanalitica può intendersi e comunicare in quanto scienza dell’ermeneutica insita nell’incontro di due persone, o di un gruppo di persone con un analista di gruppo. La storia o la narrazione che ne nasce, come fenomeni o sistemi di significati, ha molto a che vedere con la storia dell’umanità, delle mitologie e religioni in particolare e del pensiero scientifico in generale.