Umberto Galimberti nel suo “L’ospite inquietante” (p.12) afferma che “il disagio non è più psicologico, ma culturale. E allora è sulla cultura collettiva e non sulla sofferenza individuale che bisogna agire”. Questa affermazione deve far riflettere chi opera nell’ambito della cura della salute. Come ci si prende cura della cultura collettiva? Come si collegano psicologia individuale, familiare e comunitaria? La psicoterapia si deve dunque curare anche della politica e dell’economia, principali sedi del nostro sistema culturale collettivo? Se sì, quale ruolo può o deve svolgere? Esiste una psicoterapia del cittadino o della cittadinanza?
Sono solo alcune delle domande, formulate appositamente in modo provocatorio, che il corso intende abbordare per sviluppare quella consapevolezza critica sul ruolo della psicoterapia e della cura del pensare a 360 gradi che la psicologia (psicoterapia, psicanalisi) generativa ha sempre avuto a cuore.
Biografia:
Augé M. (2017), Un altro mondo è possibile, Torino, Codice Edizioni
Bion W (1971), Esperienze nei gruppi, Roma, Armando Editori
Freud S. ( 1929), Il disagio della civiltà, In Opere, Torino, Boringhieri
Galimberti U. (2007), L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Milano, Feltrinelli Magatti M. (2017), Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro, Milano, Feltrinelli
Marcoli F. (1997), Il pensiero a ettivo, Red
Marcoli F. (2015), Lavoro assieme. Dipendenze e fraintendimenti, In “Il gruppo tra mente e corpo” a cura di Barbara Rossi. Milano, Franco Angeli
Marcoli F., Branca S. (2014), Tre storie. Pregenitalità e cultura, Bergamo, Sestante Edizioni Zagrebelsky G. (2017), Diritti per forza, Torino. Einaudi