La dialettica servo-signore - la più famosa figura dialettica della Fenomenologia dello spirito - è un cristallo che, alla luce delle diverse domande che lo investono, riflette una diversa verità. Alexandre Kojève è stato colui che ha inteso più a fondo questo segreto, e lo ha trasmesso a un’intera generazione francese, che comprendeva, tra gli altri, Sartre, Bataille, Lacan e Queneau. La posta in gioco nella dialettica servo-signore è del resto la più alta: si tratta di individuare la genesi e lo sviluppo dell’autocoscienza umana a partire da uno sdoppiamento originario, ambigua matrice del legame inter-soggettivo. Il rapporto io-altro, con tutte le sue tensioni e pulsioni, le sue proiezioni idealizzanti e le sue alienazioni, è infatti alla radice stessa dell’autocoscienza: una struttura tutt’altro che “pura”, autotrasparente e sovrana, ma scissa, contradditoria e attraversata da un desiderio aporetico. Poteva la psicoanalisi restare indifferente a un simile discorso? Partendo da questa domanda, e da alcune affinità con il pensiero freudiano, la lezione discuterà l’interpretazione della dialettica servo-signore elaborata da Jacques Lacan, e ne trarrà alcune ipotesi di lavoro.
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